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  1. Libreria delle donne di Milano

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  3. Bando
    di concorso

    di bulander

    È stato istituito presso l’Università di Fandonia il primo insegnamento di “Antropologia del precariato”, il bando per il concorso sarà pubblicato a giorni ma si annunciano già un centinaio di domande da tutta Italia e molte di più dall’estero, di ricercatori italiani.

    L’annuncio ha scatenato un vivace dibattito sui social network, dove, grosso modo, le opinioni si dividono tra quelli che considerano l’istituzione dell’insegnamento una vittoria del movimento dei precari e quelli che mettono in guardia da una possibile istituzionalizzazione del movimento stesso. Da indiscrezioni risulta però che l’insegnamento, per questioni di budget, potrebbe essere affidato gratuitamente all’ordinario che oggi ricopre la cattedra di “Antropologia delle relazioni di subordinazione”. La soluzione, oltre ad essere a costo zero, garantirebbe la buona qualità dell’insegnamento, il quale sarebbe svolto concretamente dagli assistenti e ricercatori che già si assumono parte del carico didattico della cattedra di “Antropologia delle relazioni di subordinazione”, dovendo spesso sostituire il titolare, impegnato a Roma come consulente della Commissione lavoro, affari sociali e pari opportunità della Camera.

    La soluzione a costo zero ha sollevato però le perplessità del segretario provinciale del sindacato dei lavoratori della mente, che non ha esitato a manifestarle, a latere di una conferenza stampa sul prossimo boom economico. Parlando con i giornalisti, il segretario ha usato parole grosse: “insomma, mi pare una soluzione leggermente anomala. Mi meraviglierei se il rettore, per il quale nutro la massima stima, dovesse avallarla”.

    Intanto dei camion con semirimorchio continuano a scaricare presso l’entrata merci dell’Università le centinaia di pubblicazioni che i candidati all’insegnamento stanno inviando da tutto il mondo; da indiscrezioni sembra che l’inatteso flusso postale stia creando una situazione di emergenza alla quale il personale non riesce a far fronte, in mancanza oltretutto di regole chiare sul trattamento informatico delle bolle d’accompagnamento di merce d’importazione. Pertanto i materiali provenienti dall’estero (la maggioranza pare) sono stati depositati preso il magazzino di temporanea custodia di un noto spedizioniere internazionale, accanto a partite di pesce surgelato, ricambi d’auto, pannelli solari e gadget di Alitalia.

    La Guardia di Finanza sta controllando i documenti per verificare eventuali irregolarità nel pagamento dei diritti doganali. In serata il Rettore, uscendo dall’incontro con le imprese immobiliari della regione, alle quali ha illustrato il piano di parcheggi e di garage sotterranei varato dall’ateneo, ha voluto sottolineare l’impegno del corpo docente verso il mondo dell’occupazione giovanile, testimoniato dalla ricca offerta didattica ed in particolare: il corso rapido di smascheramento delle finte partite Iva, affidato al nucleo antisofisticazioni dell’Arma dei carabinieri, l’insegnamento “Etologia del collaboratore a progetto”, affidato alla locale sezione dell’Ordine dei veterinari e il master in “Gestione ed amministrazione di forza lavoro over 40 con contratti atipici nel settore edutainment”. L’incontro con gli immobiliaristi ha potuto aver luogo nei nuovi uffici del rettorato, la cui sistemazione è terminata in anticipo rispetto ai tempi previsti. Gli spazi dei vecchi uffici al pianterreno, dopo l’ennesima devastazione ad opera di un migliaio di precari, nel giugno scorso, verranno adibiti a scuderie.

  4. Gentile
    Redazione

    ho sentito parlare molto spesso ultimamente della possibilità che nel nostro Paese venga istituito un reddito di cittadinanza o minimo o di esistenza, insomma, praticamente dei soldi in più. Vorrei qualche delucidazione a riguardo. Devo ammettere che la prospettiva di ricevere, chessò, settecento euro al mese, non mi farebbe certo dispiacere. Anzi, direi che sarebbe proprio gentile, lo Stato, a farmi questa cortesia! Ma, si sa, a questo mondo non sai mai con chi hai a che fare, e io questo Stato non lo conosco molto, anzi forse non ho bene nemmeno capito chi è. Può essere che io l’abbia incrociato, qualche volta, ma deve avere una di quelle facce che non mi restano in mente. Ad ogni modo, avrei alcune domande da fargli, ma dato che non ho modo di contattarlo (non c’è nemmeno su facebook), chiedo a voi e confido nella vostra sapienza. Ad esempio: se dovessi incassare questi ipotetici settecento euro, la mia padrona di casa lo saprebbe di certo e mi aumenterebbe l’affitto. Così io mi ritroverei con in tasca la stessa somma di prima. A questo punto, mi son detta, oltre ai settecento euro, non si potrebbe avere direttamente anche una casa? E magari anche la connessione a internet gratuita? E l’abbonamento per gli autobus? E i buoni pasto? Non lo chiedo per pretesa eh, sia chiaro, è solo che già che ci sono vuoto il sacco. Se si fa una cosa, meglio farla bene e fino in fondo. E poi un’altra cosa, non è per stare addosso, davvero, ma avrei bisogno di sapere un po’ i tempi di attesa. Mi hanno detto che usualmente per le rivoluzioni bisogna sperare molto, aspettare molto, sacrificare molto. Non c’è una via più rapida, pur mantenendone inalterati gli effetti? M’innervosisce stare ferma in coda.
    Una lettrice affezionata

    Cara affezionata lettrice,
    ti ringraziamo di avere messo in evidenza il fattore, troppo spesso sottovalutato, della questione del reddito. Pensiamo che la connessione gratuita sia una  rivendicazione irrinunciabile. Se proprio non sarà possibile garantire l’accesso a tutto il web, ci batteremo perché lo sia almeno a questo sito. Sui tempi di attesa per l’erogazione del reddito, non abbiamo notizie certe. Abbiamo osservato i movimenti contro la globalizzazione, il debito, i tagli, la crisi, l’allargamento del buco dell’ozono, e adesso per i beni comuni e il reddito. È possibile che siano necessarie numerose reincarnazioni prima di poter raggiungere gli scopi prefissi. Abbiamo consultato i tarocchi e studiato le congiunture astrali, ma questo sol dell’avvenire è a venire e non si scorge all’orizzonte. La lotta per il reddito prenderà gran parte del tuo tempo ma ti consigliamo, nel mentre, di distrarti chiedendo a quella che sta davanti a te in fila d’attesa quali siano i suoi desideri.

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    L’intervista

    L’autorevole Media Maga Mantissa da Cerignola risponde alle domande di Antea Parmigianina sull’uso di Twitter nelle pratiche politiche e nelle lotte sindacali.

    Vieni da Cerignola, il paese che ha dato i natali a Giuseppe di Vittorio, leggendario sindacalista comunista e antifascista. Ti raccapezzi di come abbia potuto fare tutta quell’attività politica senza Twitter?
    Non me lo spiego, sinceramente. In quell’esperienza riportata dalla storia ci sono dei difetti, per esempio Di Vittorio doveva stare a sentire tutte le rimostranze dei contadini. Ci sarebbe stata una rivolta più efficace se ci fosse stata la possibilità di dare i comandi in maniera molto breve e immediata. Invece il percorso è stato molto lento, è dovuto stare lì a parlare con le persone, una pratica che adesso non sarebbe possibile né auspicabile perché prende troppo tempo. Oggi non abbiamo il tempo di stare lì a chiacchierare, a fare tutta questa fanfara che poi tanto le cose da sapere sono quelle tre o quattro di base, 160 caratteri sono più che sufficienti, senza stare lì a fare tanti discorsi e tanta retorica. Penso che Di Vittorio ce l’abbia fatta in qualche modo, però sarebbe stato facilitato se avesse avuto gli strumenti che abbiamo noi. Se i braccianti avessero tweettato e cinguettato, sarebbero stati maggiormente incisivi nella storia della politica italiana, in tre anni sarebbero diventati il primo partito in Italia.

    Credo nella pratica del partire da sé. La rete può creare un’azione rivoluzionaria di massa in casa mia?
    Sicuramente sì, il primo passo è avere tantissimi parenti che hanno tanti follower su Twitter o tanti amici su Facebook. L’elemento chiave è il flashmob, che riesce a essere molto virale. La prima azione da fare è invitare tanti amici e creare dei balletti che poi possono essere lanciati su internet e diventare contagiosi, non solo a livello metropolitano ma globale. Grandi eventi tipo zumba dance casalinghi con l’aiuto di playstation e dispositivi che sono ormai alla portata di tutti. Ci si può impratichire davanti alla tv in questi balli e contagiare l’intero palazzo. Zumba è un mix tra aerobica e ballo latinoamericano diffuso in grandi eventi in tutta Italia, ha una grande valenza politica. Unendo una esperienza come il flashmob che si è tenuto il 14 febbraio in tutto il mondo contro la violenza alle donne e questa danza, si può arrivare a molto di più: sconfiggere la violenza sulle donne e la cellulite nello stesso momento.

    Twitter è usato anche dal femminismo?
    È un passepartout che va bene per tutti, molte donne sono affascinate dal diffondersi di cinguettii ma poi rimangono ingabbiate in una gazzarra, parlano troppo. Per utilizzarlo al meglio, Twitter deve essere epurato da aspetti relazionali, troppo emotivi, e usato per inviare comunicazioni funzionali alla rivolta a livello operativo: i comandi di base da diffondere in rete in modo veloce, qualche informazione presa qui e lì (per creare contro-informazione) e le istruzioni per organizzare quella mezz’ora utile a fare una manifestazione.

  6. Post-porno
    e hybris

    di Cyrilla Mango

    Il post-porno deve avere una qualche connessione col concetto di classica memoria di hybris, la volontà dell’uomo (della donna in questo caso) di andare oltre i propri limiti. Lo capisco quando, cercando disperatamente di trovarvi un nesso con la morte del capitalismo, che in qualche modo dovrebbe causare, scovo l’intervista a un’esperta di alt-porno, non certo educanda come me, che si duole di non comprenderlo appieno probabilmente perché limitata.

    Decisa a non soccombere all’ignoranza mi lancio nella visione di una performance post-porno con protagoniste Diana Pornoterrorista (una specie di guru spagnola del genere) e una sua collega. Al grido di Mi cuerpooo mi cuerpooo riescono a fare praticamente di tutto.
    Nell’ordine: si pinzano le carni, si gettano su puntine da disegno, si fanno masturbare da pugni, si attaccano candele accese ai capezzoli, ingoiano metri di stoffa. Il tutto nude, dal vivo e mentre sullo sfondo scorre un video inquietante che non sono riuscita a comprendere se fosse un’autopsia o lo svisceramento di una bambola molto realistica.

    Al termine sono al punto di partenza, se non peggio. Cos’è che non sto capendo? In che modo la connessione tra i miei limiti, la mia sessualità, una qualche forma di masochismo, un eventuale eccitamento (dovrebbe eccitare il post-porno, almeno credo), il capitalismo e un’autopsia, mi sta sfuggendo in modo fatale? I classici non sarebbero fieri di me.

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  9. Tre
    GIN

    di Afrodite

    Dopo il primo GIN, Grande Incontro Nazionale di Paestum dell’ottobre 2012, incontro che con grande astuzia era riuscito a sfuggire alle grinfie della stampa, centinaia di femministe si sono bruscamente svegliate apprendendo dalle agenzie di stampa che ben quattro di loro, presenti a Paestum, si sarebbero presentate anche alle elezioni 2013. Eppure, nelle passeggiate vespertine ai templi greci molte avevano chiesto a Era, Vesta e Artemide la grazia di rafforzare le radici della radicalità femminista. In cambio, quelle che già percepivano la pensione minima e le esodate avevano fatto voto di povertà; quelle che dopo anni di sciambole e bagordi si erano ritirate dai caroselli, avevano fatto voto di castità; quelle che le chiacchiere le entrano da un orecchio e le escono dall’altro, avevano fatto voto di obbedienza. La notizia di candidature femministe ai Palazzi del potere, al cui smantellamento e svuotamento il radicalfemminismo lavorava da 40 anni, ha dato un colpo alla fede delle oranti.

    Un trio di Milano, LeaLiaGiordi, e un gruppo misto-ragù bolognese ha indetto il secondo GIN, Grande Incontro Nazionale di Bologna. Alle candidate presenti una ha chiesto, se elette, un’azione esemplare del tipo Pussy Riot: non dico tanto ma almeno quasi. La stessa, di professione avvocata, si è candidata seduta stante come loro difensora nel processo. Tutte le candidate hanno dichiarato di non credere alla rappresentanza femminile ma bensì all’autorappresentazione; di non credere alla possibilità di cambiare dall’interno il Parlamento e il Senato della Repubblica; di non essere state cooptate dai partiti ma bensì prescelte dai leader degli stessi. Davanti alla determinazione delle kamikaze, il GIN di Bologna non ha potuto nulla, se non garantire rifugi clandestini e passaporti falsi in caso di guai.

    Dopo le elezioni, nonostante nel nuovo Parlamento italiano sieda il 31% di donne, delle candidate femministe non c’è traccia. Il femminismo italiano sta pensando a un terzo GIN ex voto, per commentare il vortice e metterci una pietra sopra. Il luogo prescelto è il Vaticano, per un rilancio in alto, con la proposta di candidature femministe al papato.

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  11. ASPIRINA
    Rivista stagionale online

    Contatti: info@erbaccelarivista.org

    N.1 Primavera 2013

    COMPOSIZIONE
    Pier Besukov, Loretta Borrelli, Pat Carra, Anna Ciammitti (sigla),
    Livia Decandra, Maduena Facello, Maddalena Fragnito,
    Elena Leoni.
    Collaborano: bulander, Fiorella cagnoni, Antonio Dilillo,
    Cyrilla Mango, Mantissa, Ned, Ste, Teresa Sdralevich.

    Ufficio stampa: ugo@erbaccelarivista.org

    Edizioni Libreria delle donne di Milano
    Via Pietro Calvi 29 | 20129 Milano
    Tel. 0270006265 | fax 0271093653
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