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  1. In questo numero
    IL MOSTRO DI FITNESS Coletti
    CLICHÈ Lupo
    PENSIERI DI UNA MISANTROPA Giacobino, Sdralevich
    VERMI Pat
    TEORIA DEL GENDER Andy Giò
    L’ABITO L. Luzzati, Marasco
    SCLERO & PSYCHO elisatron
    CHI L’HA VISTO Grimaldi
    TARLI Pat
    SE DIO TI PARLA F. Luzzati
    LE SOFISTICHE Maffioli, Marzi, Isia
    BALLATA ALLA RAGAZZA Tomasi, Del Bue
    125TH STREET AND ABOMEY Lorde, Tafeche
    IERI Bosotti
    STATUE DELLA LIBERTÀ Donnelly
    READ Doaa el Adl
    GIUSTO? Doaa el Adl
    INCASTRATO IN EUROPA Derenne
    L’INCHIESTA bulander, Lupo
    HAI UN PESO SUL CUORE? Lotta Sweetliv
    COLOPHON Gesmundo
  2. mostro-del-fitnessb

  3. cliche-2

  4. PENSIERI DI UNA MISANTROPA

    di Margherita Giacobino

    Abstract del corso di laurea in Femminismo Economico Istituzionale presso l’Università Boccaloni
    Docente: Prof. Em. Eteria Queeria
    Titolo del corso:

    UN NUOVO BRAND EMERGENTE: IL FEMMINISMO PER TUTTI

    Da una recente indagine il femminismo è in ripresa nei mercati occidentali e questo si deve principalmente all’entrata in campo dei buyer femministi, uomini aperti e liberali che hanno capito che è vantaggioso investire in femminismo per differenziare la loro immagine da quella degli investitori mediorientali, con i quali permangono tuttavia attivi scambi nei settori del petrolio, armamenti e biancheria intima sexy.

    Il corso svilupperà i seguenti punti:

    Il rialzo nelle quotazioni del femminismo si deve soprattutto al lancio del nuovo brand FEMMINISMO PER TUTTI (FPT), che sta realizzando buone performance e presenta le seguenti caratteristiche:

    • Ampia base di mercato: il femminismo per tutti si rivolge infatti a tutti, non solo alle donne (il che presenta le ben note limitazioni legate alla minor capacità d’acquisto delle donne).
    • Modelli differenziati: per uomini di sinistra (es. “le donne sono più creative degli uomini, perciò lascio che lei abbia le idee e poi le prendo”) di destra (es. “non discuto mai con le donne, ho troppo rispetto per la loro intelligenza”) e gay, la fascia di mercato più difficile da conquistare (es. “certo che so che esistono le donne, alcune delle mie migliori amiche sono donne”).
    • Economicità: il FPT ha costi bassissimi, non richiede infatti la revisione di alcun meccanismo di pensiero, può essere implementato su qualsiasi luogo comune grazie a un pratico supporto di post-verità in materia plastica incluso nella confezione. (Valga un esempio per tutti: Trump ha dato convincenti prove di FPT insultando e minacciando varie oppositrici, comportamenti che le sue seguaci hanno giustamente riconosciuto come femministi, perché Trump le avrebbe insultate e minacciate anche se fossero state uomini, benché forse usando insulti diversi. Il non aver riservato loro un diverso trattamento in quanto donne è garanzia non solo di parità ma di rispetto del loro essere donne, aventi lo stesso diritto alla brutalità degli uomini. Trattarle civilmente in quanto donne, questo sì, sarebbe stato offensivo).
    • Il FPT è politicamente corretto: la politica (di marketing) vi ha infatti apportato le opportune correzioni: basta con gli eccessi tipo che le donne sono libere di essere se stesse anche se sono povere o lesbiche o islamiche o di colori o forme strane o perfino immigrate, il nuovo femminismo è equilibrato e consumer-oriented e quindi si rivolge alle donne normali, di colore e taglia normale (42-46), con gusti sessuali normali (quelli dei loro partner uomini).

    Ricerche sul campo hanno evidenziato che il femminismo ha ripreso quote di mercato da quando esiste il femminicidio, (si ipotizza che sia più simpatico per i maschi essere femministi sapendo che si possono eliminare quelle femmine che danno veramente fastidio). Il FPT è stato quindi predisposto anche in versione femminismo del giorno dopo che il reo di femminicidio potrà assumere, dichiarando alla corte “L’ho uccisa perché la rispettavo” e ottenendo le attenuanti.

    Cessazione del conflitto: risulta evidente da quanto esposto finora che il FPT avrebbe un impatto positivo sul conflitto tra i sessi (Se tutti sono femministi, chi se la prende contro chi?) fino alla sua totale cessazione per confusione di idee. (NB: si definisce cessazione del conflitto quella fase in cui, secondo l’autorevole definizione della studiosa Eteria Queeria, “Il conflitto esiste ancora ma non ha più nome, perciò non esiste più”.)

    Conclusioni: il FPT rappresenterebbe, secondo eminenti studiosi, uno strumento prezioso per realizzare la transizione dal patriarcato a modelli sociali più equi e paritari fino ad arrivare al CPT (Capitalismo Per Tutti) dove tutti potranno sentirsi capitalisti guardando i ricchi in streaming, come già accade adesso ma in 3D.

  5. vermi-gender

  6. matrimonio

  7. scleropsico

  8. chi-l-ha-visto-def

  9. tarlo-colore

  10. se-dio-ti-parla

  11. Le sofistiche

    di Francesca Maffioli e Laura Marzi

    La Protagora
    Gorgia cara,
    vengo a te come sempre per abbeverarmi alla fonte della tua saggezza. E ammetto che di questi tempi, sarà il principiare della nuova stagione, sarà l’inesorabile scorrere del tempo, che come un fiume non solo non s’arresta una hora, ma neanche rinfresca il mio animo raggrinzito, che intonsa è la sete di risposte che mi affligge.
    Ho bisogno di sapere, Gorgia mia diletta, se anche tu senti che questo andar via dei giorni ci invecchi anzitempo, lasciandoci bambine. Le voci intorno a noi ci definiscono giovani, perché non abbiamo ancora come le adulte, una casa nostra che ci aspetti, un dovere che sia lo stesso ogni giorno, che ci restituisca un senso e un nome riconoscibile da dare al nostro lavoro. Questo affanno a rincorrere, però, la vita adulta, a trattenere ciò che ci pare stiamo già perdendo, abrade anche te, come fa con me? Gorgia mia, ti senti anche tu inaridita come un campo fertile, costretto a bagnarsi solo di rugiada?
    Il sommo Poeta scriverà in futuro che al banchetto della conoscenza è già gran bene cibarsi delle sole briciole, ma non hai sentore che come una massaia troppo ligia, il mondo nostro abbia già spazzato via anche quelle?

    La Gorgia
    Diletta Protagora,
    se mi avessi scritto qualche settimana fa avresti trovato la mia fonte un tantino arida, dati i ghiacci dell’inverno. Oggi grondo saggezza dalle vesti… per via delle nubi di piogge incessanti che avvolgono l’umida Lutetia.
    Non ti ho mai detto che mi sento vecchia da una vita, soprattutto nel corpo? È solo ora che anche le voci attorno cominciano ad appellarmi “Signora”, che comincio a ribellarmi a questa adultità di facciata. Comincio a notare la realistica evidenza che mi caratterizza: senza casa propria né lavoro.
    Da sempre imprecantemente precaria e girovaga: come te cara amica e filosofa!
    Ma se invece di agognarla ci ribellassimo a questa corsa verso l’età adulta? E se rifiutassimo la rincorsa a un futuro in perdita?
    Proteggiamoci dall’abrasione! Bagniamoci della rugiada, la sola e bellissima, e lasciamo che le briciole di cui dice cibarsi il sommo Poeta diventino zattere per raggiungere una terra nuova e diversa: una terra di lavoro condiviso e case a prestito gratuito.
    Dimentichiamo le categorie conosciute e rifiutiamo l’affanno dell’adeguamento, anche se ci sembra il più carezzevole. Lottiamo per una casa, ma che sia aperta all’Alterità e cerchiamo un lavoro a lungo termine, ma che ci corrisponda e ci consenta di partager i suoi vantaggi.
    Rifiutiamo di essere adulte adeguate: restiamo bambine arrabbiate, in lotta, alla ricerca del senso e della nominazione nuova del nostro posto nel mondo!

  12. Ballata alla ragazza

    di Bibi Tomasi

    Ragazza che ardi
    come le notti estive
    per le mie labbra e le mani.

    Con la scura seta dei tuoi capelli
    la pelle mi infuochi e il cuore,
    non so più cosa sono.

    Spezza gli alberi il vento
    con la pioggia che danza.
    Vertigini in noi risplendono

    e ombra ci trascina via
    per grandi perdute distanze
    per cieli di fuoco e seta.

    La voglia di te non mi lascia
    se anche il tempo consuma
    terra, acqua, mare.

    Ragazza che ardi
    spazio e fuoco insieme
    come le notti d’estate.

    Non pensiamoci più
    che a tutto rimedia la vita
    in te l’essenza e in me la sostanza.

    È un fascio di tulipani
    ogni ragazza di sera
    che al vento impazzito si dona.

  13. 125th Street and Abomey

    di Audre Lorde

    Mi abbandono a te come cibo rituale
    madre, illumina la mia offerta
    di antiche vittorie
    su uomini, su donne e sulle me stesse
    che non hanno mai prima osato
    fischiettare nella notte
    prendi la mia paura di essere sola
    come le mie sorelle guerriere
    che galopparono in difesa della tua sovranità
    emarginate e col volto coperto
    dai alla donna la potenza
    della lingua in questa fredda stagione.

  14. donnelly_1

  15. donnelly_2

  16. donnelly_3a

  17. doaa-read

  18. doaa_giusto

  19. stuck-in-europe

  20. L’inchiesta

    di bulander

    “Scusate disturbo, signori, signore. Sono un dona povera, diciaoto bambini, tuti malati, marito tagliato piede non potere più lavorare, prego picola oferta, Dio vi benedica, buona giornata”. Pironi l’aveva vista altre volte quella zingara salire alla fermata Sant’Agostino, lui veniva dall’hinterland, prendeva la linea verde a Romolo, cambiava in Centrale e con la linea gialla del Metro arrivava al nuovo polo universitario di Affori. Quel giorno avrebbe dovuto portare al professore qualche idea sulla tesi. Studiava economia e gli argomenti che l’assistente alla cattedra di “Economia della sussistenza II” gli aveva proposto non gli andavano e genio. Gli venne un lampo: “E se chiedessi di fare una tesi sulla retorica della mendicità? Sulle frasi che questi mendicanti usano per volgere a pietà la gente?”. Gli economisti non ne volevano sapere, si rivolgesse ai linguisti, era roba loro. Ma nemmeno questi erano interessati. Finalmente Amalia Poveracci, docente di Antropologia dell’emarginazione urbana, si dimostra interessata. Avrebbe dovuto cominciare subito con un paio di interviste test.
    Una settimana dopo il nostro laureando sale sulla metropolitana a Romolo ma della zingara, per vari giorni, nessuna traccia. Al suo posto c’è un disgraziato senza gambe che striscia sul pavimento della carrozza, facendosi largo a fatica tra i trolley dei passeggeri diretti alle stazioni dei treni, ma non dice una parola, allunga solo di tanto in tanto la mano. Finalmente, un martedì, Pironi è seduto nella terza carrozza di coda, quando sente una voce familiare: “Scusate disturbo, signori e signore. Sono una dona povera…”. In un battibaleno, schizza in piedi, si precipita verso la donna, le schiaffa davanti alla bocca il telefonino impostato su registrazione: “Continui, continui, signora..” La poveretta si blocca, non capisce cosa sta succedendo, lo crede un agente, alla prima fermata scende e se la dà a gambe brontolando: “Questi tuti mati, fuori di testa…”. Ma poiché nel mercato della mendicità la comunicazione passa veloce ed è sempre puntuale e precisa, un mese dopo quell’episodio tutti sapevano nell’ambiente che c’era uno studente che faceva un’inchiesta, non c’era da aver paura, anzi, lui lasciava sempre scivolare qualche monetina nelle tasche dei questuanti.
    Nel giro di poco tempo le registrazioni raccolte sono già una decina. Trionfante, va dalla sua relatrice e quella: “Dovrebbe allargare il campo d’osservazione a livello europeo, anche per fare un po’ di comparazione”. “Buona idea”, pensa Poretti, “mi vado a fare un giretto a Parigi. Dormo da mio cugino, con Easy Jet me la cavo con poco”.
    Sulla linea della RER che porta verso l’aeroporto di Orly sale in genere a Cité universitaire un tizio che sembra aver tratto ispirazione dalle tragedie di Corneille o dalle grandi orazioni di Mirabeau. “Messieurs Dames bonjour! Excusez moi de vous déranger” – declama con voce stentorea – “Croyez-vous que c’est facile pour un homme à mon âge venir chercher votre bienfaisance? Croyez-vous que ma dignité…etc. etc.”.
    Terminata la missione in Francia, Poretti si sposta su Roma dove, gli dicono, c’è un professore di latino e greco che dopo trent’anni di precariato si è ridotto sul lastrico per aver comperato i bond della Banca Popolare di Fiumicino. Lui le sue filastrocche sul metrò, vestito da antico romano un po’ malandato, con la tunica stracciata e macchiata di Nutella, le recita in latino: “Cives! Crudelis inopia me ducit cum petitionibus et orationibus misericordiam vostram ut mihi subveniat humiliter invocare, sed malo spiritu compulsus etc…..”. S’era innamorato delle sue perorazioni, ci lavorava su ogni giorno per perfezionarle ed arricchirle di artifizi retorici, attingendo a piene mani da Cicerone a Catone il Vecchio, da Quintiliano a Tigellino. Saliva sulla linea B a Castro Pretorio, attaccava la solfa, a Garbatella non aveva ancora finito, sicché Poretti, rimasto tra gli ultimi passeggeri a doverlo sopportare, finì per farci amicizia. E ne ebbe un invito a cena, il professore faceva un’amatriciana coi fiocchi. “Sa che le dico, Poretti? Che io e lei potremmo fare squadra e invece della solita filastrocca imbastire un’azione drammatica, tipo che lei dal fondo della vettura, vestito magari un po’ meglio, che ne so…da edile curule, mi riconosce e viene verso di me con le braccia aperte fendendo la folla: O mio amico e commilitone di un tempo, pugnammo contro Traci ed Illiri a difendere l’onore di Roma, qual sventura qui ti conduce a mendicar degli uomini la benevolenza? Lo facciamo in latino medievale, perché ‘sti turisti sono un po’ ignoranti, se usiamo il latino classico mi sa che…”.
    Alcuni mesi dopo, una sera di ottobre, stanchi ma soddisfatti, i due compari contano le monetine raccolte durante la giornata: “Seicentoventuno euro e trentaquattro centesimi, un paio di dollari, venti yen e altra robetta…Andiamo avanti così e diventiamo ricchi…”. “Professore”, lo interrompe Poretti, “per un po’ ci dobbiamo lasciare, devo laurearmi, devo presentare ‘sta benedetta tesi…”.
    Alla seduta di laurea, eccetto l’Amalia Poveracci, solita aria di noia tra i commissari, chi guarda il soffitto, chi striscia il dito sul telefonino, chi legge La Gazzetta dello Sport…solo lui, il terzo alla sinistra del Presidente, tiene piantati gli occhi su Poretti e lo scruta con evidente aria di chi pensa: “Ma questo l’ho già visto…vuoi dire che quel giorno a Roma in metropolitana…quei due pagliacci vestiti da antichi romani… m’hanno scucito dieci euro… cretino che sono…”. La relatrice ha finito di presentare il lavoro e tocca a Poretti esporne per sommi capi i punti salienti, tutto sembra filare liscio quando d’un tratto lo scrutatore s’alza in piedi urlando: “Lei è un impostore! Non ha mai intervistato nessuno, era lei stesso a travestirsi da mendicante, l’ho vista coi miei occhi a Roma in metropolitana, io non firmo il verbale, io vi denuncio, faccio ricorso, questa è una truffa, un imbroglio!”. Il Presidente si scuote dalla sua sonnolenza, la povera Amalia si guarda in giro smarrita, gli altri sembrano tornare in sé ma chi ci capisce qualcosa è bravo. Solo Poretti, che ha realizzato, non perde la calma, si alza, estrae il portafoglio, tira fuori una banconota da dieci euro e la porge allo scalmanato. “Ecco professore, siamo pari”. Il tipo prende la banconota, l’arrotola delicatamente, estrae di tasca una scatoletta, versa della polvere bianca sullo schermo del suo Smartphone poggiato sul tavolo, porta la pipetta alla narice e tira, tira… “Ahhhhhh…” con sguardo beato si lascia scivolare sulla sedia e mormora, ma in modo che tutta la commissione senta distintamente: “Propongo la lode”.

  21. ASPIRINA
    n. 15 Primavera/Estate 2017

    REDAZIONE
    Loretta Borrelli, Piera Bosotti, Pat Carra, Anna Ciammitti,
    Manuela De Falco, Margherita Giacobino, Elena Leoni, Livia Lepetit

    Progetto e sviluppo web: mybreadcrumbs.it
    Progetto grafico: Elena Leoni
    Traduzioni: Margherita Giacobino (inglese)
    Illustrazione nel sommario: Marilena Nardi
    Animazione nel colophon: Viola Gesmundo

    HANNO DISEGNATO E SCRITTO

    Piera Bosotti (Milano)
    bulander (Milano)
    Pat Carra (Milano) patcarra.it
    Irene Coletto (Bologna) uannabi.coletto.tumblr.com
    Giulia D’Anna Lupo (Parigi) www.giuliadanna.com
    Dalia Del Bue (Torino) www.daliadelbue.com
    Anne Derenne (Madrid) adene-editorialcartoon.blogspot.com
    Doaa el Adl (Il Cairo) www.facebook.com/doaa.eladl
    Liza Donnelly (New York) lizadonnelly.com
    elisatron (Milano) facebook.com/scleropsyco
    Viola Gesmundo (Rotterdam) www.behance.net/violagesmundo
    Margherita Giacobino (Torino)
    Andy Giò (Milano) andygio.blogspot.it
    Ila Grimaldi (Napoli) www.ilariagrimaldi.it
    Audre Lorde (Stati Uniti)
    Fiamma Luzzati (Parigi) www.fiammaluzzati.com
    Lorenza Luzzati (Milano) lorenzaluzzati.pictures
    Francesca Maffioli (Parigi)
    Laura Marzi (Firenze)
    Valentina Mizu Marasco (Milano) mizusoup.blogspot.it
    Marilena Nardi (Treviso) marilenanardi.it
    Isia Osuchowska (Vilnius)
    Teresa Sdralevich (Bruxelles) teresasdralevich.net
    Lotta Sweetliv (Maastricht) lsweetliv.nl
    Nura Tafeche (Milano) www.facebook.com/nouratafeche
    Bibi Tomasi (Milano) bibi tomasi_libreriadelledonne.it

    La poesia di Audre Lorde è tradotta da Loredana Magazzeni e tratta da La tesa fune rossa dell’amore. Madri e figlie nella poesia femminile contemporanea di lingua inglese a cura di Magazzeni, Mormile, Porster, Robustelli (La Vita Felice 2015).
    La poesia di Bibi Tomasi è tratta da La patita dei gatti blu (Quaderni di Via Dogana 2000).

    Contatti: info@erbaccelarivista.org

    Edizioni Libreria delle donne di Milano
    Via Pietro Calvi 29 | 20129 Milano
    +39 02 70006265 | fax +39 02 71093653
    www.libreriadelledonne.it